Toccante testimonianza, ieri, alla celebrazione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne

Pubblicata il 26/11/2021

Secondo i dati forniti dall’OMS  in tutto il mondo circa il 35% delle donne ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale ed il 38% dei femminicidi è compiuto dai partner.
Questi sono i dati forniti alla vigilia del 25 novembre 2021, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ad aggravare il quadro di quest'anno ci si è messa la pandemia: il lockdown, la convivenza forzata, lo stress, i problemi economici hanno intensificato la criticità del problema, portando le Nazioni Unite a parlare di “Pandemia nell’ombra”.
Anche la nostra Cittadina rientra in questo triste quadro come ha dimostrato, tra l’altro, l’intervento di Sara che ha commosso i presenti alla manifestazione di ieri, organizzata dal dalla Presidenza del Consiglio e dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Torretta, con una testimonianza che, pur in tutta la sua drammaticità, ha fatto emergere la grande forza di una Donna con la D maiuscola sopravvissuta ad un terribile prova. Sara ha voluto testimoniare la sua esperienza nel corso di una toccante cerimonia che seguiva le celebrazioni mattutine svoltesi in collaborazione con il locale Istituto Comprensivo Calderone Carini Torretta diretto dal dirigente Avv. Claudia Notaro. In mattinata, presso il Belvedere “F. Di Maggio”, gli Alunni dell’Istituto Comprensivo “Calderone Carini Torretta”, diretti dal prof. Benny Vitale hanno celebrato in musica il tema della ricorrenza. Successivamente il Dott. Nino Amato (neurologo) la Dott.ssa Aurora Ferreri (responsabile dipartimento diritti e politiche di genere del P.D. Palermo) e un rappresentante dell’Associazione “Le Onde Onlus” hanno interagito con alunni ed alunne sul tema della ricorrenza.
Nel pomeriggio, alle ore 16.30 presso la Chiesa del SS. Sacramento, prima dell’intervento di Sara, è stata data lettura di alcuni brani tratti dal libro “Ferite a morte”  di Serena Dandini cui sono seguiti gli interventi del Vice Presidente Regionale dell’Unione Italiana Ciechi, Franca Oliveri, sul tema della differenza di genere nell’ambito della disabilità, del Dott. Giuseppe Billetta sul tema del “Revenge porn” e del Parroco Don Giuseppe Gradino che ha rilanciato il messaggio del Santo Padre sul tema della ricorrenza.
La cerimonia è stata caratterizzata anche dall’esposizione delle scarpette rosse, presso il Belvedere, ma anche dall'installazione di due panchine rosse, ed è su una di queste che si è seduta la Presidente del Consiglio Silvia G. Di Maggio per rilanciare il seguente messaggio: "Mi sono seduta su una panchina rossa per dichiarare la mia partecipazione alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Non è solo alla morte che dovete pensare quando guarderete questa panchina rossa. Dovete pensare alla morte che si cela dietro alle parole violenti, alle mortificazioni, agli sguardi, agli ammutinamenti, ai veti senza motivo. Alle umiliazioni, alle inaccettabili disparità di trattamento. È un simbolo contro ogni violenza sulle donne e quindi sulla necessità di diffondere i valori dell’uguaglianza e della parità fra i sessi che nasce dal reciproco rispetto.
Ringrazio tutte le persone che in questi giorni hanno collaborato per la realizzazione di quest’iniziativa, i ragazzi che si sono occupati delle scarpe rosse, chi ha realizzato le magliette che indossiamo oggi, l’Assessore Anna Giani che ha condiviso con me l’organizzazione di questa celebrazione, la locale Stazione dei Carabinieri per la preziosa attività che svolge anche in questo delicato ambito.
Queste panchine, così come sono nate, tutto il processo di riciclo, di recupero, rappresentano per me un simbolo molto importante di questa giornata. Tutte le donne che subiscono violenza si sentono sole, abbandonate, spente, incapaci di poter brillare, di poter avere una seconda vita. Queste due panchine erano destinate a finire, a perdersi tra le intemperie, a non risplendere, erano già destinate alla distruzione. Ed eccole qui oggi brillanti sotto una nuova veste.  Vorrei che tutte le volte che passeremo da qui riflettessimo su questo: c’è sempre la possibilità di rinascere, di poter prendere in mano la propria vita, di avere una seconda possibilità, non siete sole. Parlatene, ribellatevi la vita è un dono prezioso e merita di essere vissuto a pieno. Spero che questo gruppo di donne che ci ha accompagnato in questo progetto possa allargarsi. Possa diventare un monito alla lotta alla violenza. Possa diventare un gruppo di donne che costituisca parte attiva nel contrasto ad ogni forma di violenza contro le donne. Vorrei che diventassero una consulta femminile per l’ascolto e il supporto anche delle donne. Infine vorrei che tutti tenessimo a mente questo che è il 1522 ed è il numero da chiamare per dire BASTA.”

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